Sono i sette cavalieri di Asgard, difensori della loro terra e fedeli ad
Hilda di Polaris ed al Dio Odino. Le loro stelle sono le sette stelle dell'Orsa
Maggiore, e nelle loro armature sono incastonati i sette zaffiri che i cavalieri
devono conquistare. All'arrivo dei cinque eroi, i cavalieri di Asgard li
affrontano, non credendo alle loro parole su Hilda e l'Anello del Nibelungo e
giudicandoli invasori. I sette cavalieri sono infatti convinti che i cavalieri
di Atena abbiano invaso la loro terra, e così devono sconfiggerli sia per dovere
di difensori e sia per dare alla loro gente, che da secoli vive nella gelida
Asgard, un posto al sole in cui vivere. Il cavaliere principale ed il più
potente è Orion, ma comunque neppure i suoi compagni, Artax, Mizar, Thor, Luxor,
Megres e Mime, sono cavalieri da sottovalutare, e ne è prova il fatto che Mizar
è riuscito persino a sconfiggere Toro, anche se, come vedremo, non si trattò di
una battaglia leale. Megres è l'unico a sapere che la volontà di Hilda è schiava
dell'Anello del Nibelungo, ma comunque, per ragioni personali, non l'ha detto a
nessuno. Nel corso delle battaglie comunque, alcuni cavalieri di Asgard, come
Orion e Thor, colpiti dalla determinazione degli avversari, saranno sfiorati dal
dubbio, ma gli altri resteranno fedeli ad Hilda fino alla morte, e ciò
renderà più triste la loro fine.
MIOLNIR THOR - PHECDA
DHOL
DESCRIZIONE
Thor è il primo
cavaliere di Asgard a venire incontro a Pegasus, Cristal ed Andromeda all'inizio
della loro corsa verso il palazzo, ed è dotato di una forza enorme. Il suo cosmo
raffigura un serpente ed indica i grandi poteri di Thor che, un tempo
cacciatore, è particolarmente devoto ad Ilda, che gli aveva salvato la vita.
Scoperto a cacciare, Thor era infatti stato ferito dai soldati di Ilda, ma la
stessa sacerdotessa, comprendendo la bontà del suo animo, l'aveva salvato. Il
nuovo comportamento di Ilda provoca dei dubbi in Thor, ma la fedeltà prevale
comunque. Arma micidiale di Thor è la sua ascia Bjomnir, che il cavaliere sa
lanciare con incredibile forza, ma il suo vero colpo segreto è il "Braccio di
Titano", con il quale andrà molto vicino a sconfiggere Pegasus, che si salverà
solo grazie all'arrivo di Sirio. Nel corso dello scontro comunque, Thor è messo
in difficoltà dal crescente cosmo di Pegasus, e contemporaneamente, a causa
della determinazione del suo avversario, i dubbi su Ilda aumentano. Nel corso
dell'ultimo scontro con Pegasus, Thor è ferito a morte, ma prima di cadere
afferma "Prendi pure lo zaffiro di Thor se può servire a far tornare ad Ilda la
bontà d'animo che le conoscevo. Restituisci ad Ilda la vita!". Poi la sua vita
si spegne
LUXOR - ALIOTH FENRIR
DESCRIZIONEIl secondo
cavaliere a scendere in campo è Luxor, il cui cosmo raffigura il lupo nordico.
Dopo che i quattro cavalieri di Atena si sono separati per raggiungere prima il
palazzo, Luxor individua Sirio e lo attacca insieme ai suoi lupi. Ma lo scontro
fra Luxor e Sirio non è solo sul piano fisico, i due infatti raffigurano due
esperienze di vita diverse, da una parte la fede negli uomini di Sirio,
dall'altra la sfiducia totale di Luxor. A portare Luxor a quell'atteggiamento
però è stata la sua triste storia: ancora bambino infatti, andò a cavallo in un
bosco insieme ai genitori ed alcuni soldati, ma quando un orso enorme li
attaccò, uccidendo i suoi genitori, tutti fuggirono spaventati, lasciandolo al
suo destino. Luxor si salvò grazie ad un branco di lupi che uccise l'orso e,
quando curò il capo branco, rimasto ferito, ebbe la loro riconoscenza e decise
di vivere con loro. Col tempo, Luxor acquistò il modo di camminare felpato
tipico dei lupi, ed imparò a cacciare vivendo nei boschi, finché Ilda,
trovatolo, gli affidò l'armatura del lupo. La forza di Luxor e le sue tecniche
"Denti del Lupo" e "Lupi nella tormenta" mettono Sirio in grave difficoltà,
tantopiù che lo scudo è inutile contro i rapidi attacchi di Luxor, e l'eroe è
ferito agli occhi. Luxor è in qualche modo favorevole alla scomparsa
dell'umanità poiché non si fida più di nessuno, a parte di Ilda che gli affidò
l'armatura, e neppure le parole di Sirio, anch'egli orfano, riescono a fargli
cambiare idea. Alla fine Sirio ottiene la vittoria provocando col Drago Nascente
una valanga che travolge ed uccide Luxor, ma nonostante la vittoria e la
conquista dello zaffiro, Sirio non riesce a gioire poiché sa che Luxor, nella
sua pur breve vita, aveva sofferto molto.
ARTAX - MERAK HAGEN
DESCRIZIONETerzo a scendere
in campo, Artax è, dopo Orion, il cavaliere più fedele ad Ilda. Il suo cosmo
rappresenta un cavallo a sei zampe, ed i suoi poteri comprendono sia i ghiacci
che il fuoco. Egli infatti ha ricevuto l'armatura ed è solito combattere in una
caverna vulcanica, in cui c'è una temperatura altissima. Artax lotta contro
Cristal, e lo accusa di aver portato Flare, la sorella di Ilda, al tradimento.
Di Flare Artax è innamorato e, ignorando che la fanciulla ha seguito
spontaneamente Cristal, è deciso ad ucciderlo. Per questo Artax fa in modo di
portare Cristal nella caverna vulcanica, dove lo affronta con il "Caldo soffio
del meriggio" mettendolo in enorme difficoltà. I colpi di Cristal sembrano
infatti inutili su Artax, e l'eroe si salva solo grazie all'arrivo di Flare che,
saputo grazie ai poteri di Kiki della lotta in atto, era corsa in aiuto del
cavaliere del cigno. Pur avendo compreso che Flare ha seguito il cavaliere del
cigno per sua scelta, Artax deve obbedire ad Ilda, e così nonostante l'amore per
la ragazza che sta facendo da scudo a Cristal, scaglia il suo colpo affermando
"Flare, l'obbedienza per Ilda viene prima del mio cuore". Cristal riesce però a
salvare la ragazza ed a sconfiggere Artax con il "Sacro Acquarius". Cristal
recupera così il terzo zaffiro, ma mentre Flare piange e si dispera per la morte
del suo amato, che conosceva sin da piccola, il cavaliere comprende che è più
una sconfitta che una vittoria poiché un innocente è caduto ed un amore è stato
spezzato prima ancora di sbocciare veramente.
BENETNASCH MIME
DESCRIZIONEDei cavalieri di
Asgard, Mime è quello che maggiormente lotta per dovere di difensore, e che meno
vorrebbe lottare. Egli, il cui cosmo rappresenta un'arpa, si para sulla strada
di Andromeda. Su Mime, che non ha desiderio di combattere, la catena non ha
effetto. Nonostante le apparenze però Mime è molto forte, e gran parte del suo
potere risiede nella sua arpa, con la quale suona una tristissima musica. La
musica crea illusioni, contro le quali anche la catena è inutile. Per vincere,
Andromeda, che sceglie di combattere perché da lui dipende la salvezza
dell'umanità, si priva dell'armatura, ma rimane imprigionato dalle corde
dell'arpa e sarebbe la sua fine se in suo aiuto non giungesse Phoenix, che,
salvatolo, affronta Mime cercando di risvegliale la bontà che è il lui. Mime
racconta allora il suo passato: terminato l'addestramento scoprì che Folken, il
grande guerriero che credeva essere suo padre, non era tale. Folken anni prima
era stato infatti inviato come ambasciatore in un villaggio, ma durante una
lotta aveva ucciso i genitori di Mime, allora in fasce, ed aveva deciso di
prendersi cura di lui. Scoperta la verità e cieco di rabbia, Mime uccise allora
Folken e divenne cavaliere. Phoenix ascolta la storia, ma poi usa il Fantasma
diabolico per far tornare a Mime alcuni ricordi del suo passato. Mime è
costretto a ricordare, e vede Folken comportarsi in modo premuroso verso di lui,
accudirlo e curarlo. Inizialmente la rabbia ha in Mime il sopravvento, ed il
cavaliere mette Phoenix in difficoltà, ma poi, subite le Ali della fenice, Mime
comprende che la guerra è madre di dolore e si priva dell'armatura. Fatto ciò
sfida Phoenix all'ultimo scontro, egli deve ancora combattere per dovere di
difensore, ed ha la peggio. "Forse un giorno ci rivedremo nel paradiso dei
cavalieri, Phoenix. Là, dove la musica è melodia, potremo finalmente essere
amici. Padre, vengo da te, da te e da Folken di Asgard." Sono le sue ultime
parole prima di cadere. Phoenix ed Andromeda sono tristi per la sorte di Mime,
ma Andromeda deve proseguire, e così Phoenix lo esorta a prendere lo zaffiro ed
andare avanti, lui lo raggiungerà dopo. Non appena Andromeda si allontana,
Phoenix cade al suolo gravemente ferito, ma Andromeda non può tornare indietro
poiché un grave prezzo è costata la conquista di quello zaffiro, e lui non può
gettare tutto al vento.
MEGREZ ALBERICH
DESCRIZIONEIl più malvagio
ed astuto fra i cavalieri di Asgard è Megres, il cui cosmo rappresenta il
cristallo di ametista. Dopo aver ottenuto da Ilda il permesso di combattere
senza rispettare il codice d'onore, Megres incontra Castalia, recatasi ad Asgard
per aiutare i cavalieri, e dopo aver capito con astute domande per quale
cavaliere la sacerdotessa fosse giunta ad Asgard ed averla sconfitta in un breve
scontro, Megres decide di usarla come esca. Per questo scopo la rinchiude in una
teca d'ametista, che, man mano che il tempo passa, l'indebolirà fino ad
ucciderla, e poi attende l'arrivo di Pegasus, che ha percepito il cosmo di
Castalia abbassarsi di intensità. Pegasus affronta Megres, ma è frenato dalla
preoccupazione per Castalia. Megres afferma infatti di poter essere l'unico a
liberarla e vuole in cambio lo zaffiro di Thor. Dopo molte esitazioni, Pegasus
finalmente si scuote, ma è comunque costretto alla resa da Megres che, visti
fallire i suoi tentativi di far arrendere l'avversario, impugna la sua arma, una
spada di ametista dalla cui lama si sprigionano le fiamme. Grazie alla spada
infuocata, Megres sconfigge Pegasus e, presogli lo zaffiro, rinchiude anche lui
in una teca d'ametista per attirare gli altri cavalieri e prendere i loro
zaffiri. Sono gli zaffiri infatti il vero obiettivo di Megres, unico a
conoscenza della situazione di Ilda, prigioniera dell'anello magico. Egli era
infatti presente quando la sacerdotessa fu costretta a prendere l'anello e, dopo
aver in un primo momento pensato di salvarla, decise poi di usare Balmunk per
ucciderla e sottomettere i popoli alla sua volontà "E' nel pugno di Megres la
vostra inutile vita!" immagina di dire. Per raggiungere i suoi obiettivi ha però
bisogno degli zaffiri di Mizar, Orion e dei cavalieri. A portargli il terzo
zaffiro è Cristal, accorso in aiuto di Pegasus e come lui frenato dalla
preoccupazione per l'amico. Ma siccome Megres non riesce a sconfiggere Cristal,
portatolo al centro della foresta, risveglia con i suoi poteri le anime della
natura, aizzandole contro il cavaliere del cigno. Gli alberi allora iniziano ad
avanzare e colpiscono Cristal con i loro rami e le loro radici. Sul punto di
essere imprigionato nella teca d'ametista, Cristal è salvato dall'arrivo di
Sirio. Dragone, che non è a conoscenza della situazione di Pegasus e Castalia,
può lottare più liberamente, tantopiù che la spada infuocata è inutile contro il
suo scudo, ma Megres è deciso a vincere anche per lavare una vecchia onta: suo
padre fu infatti sconfitto dal maestro dei cinque picchi, e lui vuole
vendicarlo. Proprio il maestro spiega a Sirio come difendersi dalle anime della
natura, e cioè raggiungendo una piena tranquillità interiore, che impedisca alle
anime di localizzarlo. Per fare ciò però Sirio non può muoversi ed è soggetto
agli attacchi di Megres, che inoltre per distrarlo gli dice di Pegasus e gli
rivela i suoi piani. Obbligato a vincere, Sirio si priva dell'armatura ed induce
Megres, ancora impegnato ad usare le anime della natura, a scagliare la teca
d'ametista. Per fare ciò, Megres smette di controllare le anime, e così Sirio
può scagliare il Drago nascente ed uccidere il suo avversario. Alla morte di
Megres, le teche di Castalia e Pegasus si frantumano, lasciandoli liberi.
Pegasus e Cristal possono così proseguire, mentre Sirio, esausto, sviene nella
foresta.
MIZARD - SHIDO - CYD
DESCRIZIONEGemelli, Mizar ed
Alcor rappresentano entrambi la tigre del nord e scendono in campo contro
Andromeda, giunto per primo a palazzo. Mizar però aveva già affrontati i
cavalieri, poiché fu lui il guerriero inviato ad uccidere Lady Isabel a Nuova
Luxor. Mizar si recò prima al grande Tempio, dove sconfisse Toro, e poi, non
avendola trovata, giunse a Nuova Luxor, ma la presenza di tutti i cinque
cavalieri di Atena lo costrinse alla fuga. Agile e veloce, Mizar è comunque un
guerriero potente, e possiede un controllo delle energie fredde simile a quello
di Cristal, che gli permette di congelare e rendere inutile la catena di
Andromeda. Le sue tecniche "Bianchi artigli della Tigre" ed i "Silenti ghiacci"
mettono in grande difficoltà Andromeda, che riesce a vincere solo ricorrendo al
suo colpo più forte, la Nebulosa. Mizar però non è mai solo in battaglia,
infatti come la sesta stella dell'orsa maggiore è una stella doppia, così Mizar
ha un cavaliere ombra che lo assiste in battaglia nei momenti di difficoltà. Si
tratta di Alcor, suo fratello gemello, dal quale fu, per le dure leggi di
Asgard, separato sin da neonato. Era infatti vietato allora avere più di un
figlio, e così i genitori furono costretti a prendere uno dei due bambini ed
abbandonarlo nella foresta. Lì fortunatamente Alcor fu trovato da un pastore che
lo allevò e visse felice, ma anni dopo incontrò nuovamente il fratello, e,
riconosciutolo grazie ad un pugnale che portava alla cintura, del tutto identico
all'unico oggetto che aveva con se nella culla in cui era stato lasciato, decise
di vendicarsi di lui. Cercò così di diventare cavaliere ma l'investitura fu data
a Mizar, mentre Alcor divenne solo la sua ombra. Solo se Mizar fosse morto,
Alcor sarebbe potuto diventare cavaliere. Mizar, che comunque era all'oscuro
della presenza di Alcor, era comunque un guerriero valente, e nei rari momenti
di difficoltà il gemello era obbligato ad intervenite, come contro Toro che, pur
avendo evitato l'attacco di Mizar, fu colpito alle spalle da Alcor. Contro
Andromeda però l'attacco di Alcor è fermato da Tisifone, giunta per aiutare i
cavalieri ed al corrente della presenza del cavaliere ombra, e così Mizar è
stato ucciso ed Alcor può diventare cavaliere. Alcor vuole lo zaffiro di Mizar,
simbolo che lo renderebbe cavaliere, e così atterra Andromeda e Tisifone. A
salvarli è Phoenix che affronta Alcor e che, con il fantasma diabolico, toglie
dalla sua mente un velo di menzogna mostrandogli la verità: Alcor aveva sempre
difeso Mizar non perché fosse suo dovere ma perché provava affetto fraterno per
lui, in nessun modo colpevole per il suo abbandono. Alcor non vuole accettare la
realtà, ma quando Mizar, ferito ma ancora vivo, si rialza e blocca Phoenix e,
dopo aver rivelato di aver sempre saputo della sua esistenza, gli chiede di
colpire il suo nemico, Alcor si ferma poiché attaccando ucciderebbe non solo
Phoenix, ma anche Mizar, al quale vuole bene. Mizar sviene esausto mentre Alcor,
ora che l'affetto fraterno ha preso il sopravvento, abbandona la lotta e, preso
con se Mizar, oltrepassa Phoenix, Andromeda e Tisifone. Uscendo, Alcor ripudia
Ilda, le guerre e gli spargimenti di sangue e decide di tornare a casa dai suoi
veri genitori insieme a Mizar.
ORION - DUBHE SIEGFRIED
DESCRIZIONEIl più potente
cavaliere di Asgard, Orion, la cui stella rappresenta il Drago a due teste, è
l'ultimo a scendere in campo contro i cavalieri, che hanno ormai raggiunto il
palazzo. Dopo aver lasciato Andromeda, impegnato a battersi contro Mizar, e
Cristal, svenuto per la fatica di distruggere una frana di massi davanti
all'ingresso della sala principale del palazzo, Pegasus giunge di fronte ad
Orion, possessore dell'ultimo zaffiro, e cerca di batterlo. I suoi tentativi
sono però destinati al fallimento, Orion è infatti invulnerabile. Ciò poiché
durante l'addestramento Orion uccise un drago e si bagnò del suo sangue che,
coprendolo, lo rese invincibile. La difesa di Orion è dunque insuperabile, ma la
sua forza è soprattutto nell'attacco, e così Pegasus, travolto dalla "Spada di
Asgard" uno dei colpi segreti di Orion, perde i sensi. Prende il suo posto in
battaglia Phoenix, appena sopraggiunto, ma alla fine anche lui è sconfitto,
proprio come Andromeda e Cristal, colpiti entrambi dalla "Spada di Asgard". Pur
ferito, Pegasus si rialza per continuare a combattere, e le sue parole sullo
stato di Ilda sollevano dei dubbi nel cavaliere, che aveva notato alcuni strani
cambiamenti. Orion deve comunque lottare e così Pegasus subisce il suo colpo più
forte, gli "Occhi del Drago" e, nonostante l'intervento di Tisifone che cerca di
fermare il colpo, è scagliato al suolo. Resta solo Sirio, appena sopraggiunto ma
privo dell'armatura, a poter sconfiggere Orion. I colpi di Dragone sono però
inefficaci, e Sirio, che tenta anche la pienezza del Dragone prima di capire che
se la dovesse usare, lo zaffiro si perderebbe nello spazio, subisce sia la
"Spada di Asgard" che gli "Occhi del drago". Pur privo di armatura, Sirio si
rialza e scaglia il Drago Nascente, mentre Orion usa gli "Occhi del Drago".
Sirio viene travolto e ferito gravemente, ma per la prima volta anche Orion
subisce il colpo. Sirio narra che, secondo il mito, quando Orion si bagnò del
sangue del drago, una foglia si posò sulla sua schiena, impedendo al sangue di
bagnare quel piccolo punto. Siccome però loro non possono colpire alle spalle
per codice d'onore, il punto debole è raggiungibile solo dal torace e
corrisponde al cuore. Sirio poi ricorda a Pegasus il loro incontro nella guerra
galattica e lo esorta a colpire come allora poiché il suo punto debole è lo
stesso di quello di Orion. Sembra tutto finito, ma il cavaliere d'Asgard si
rialza, il colpo di Sirio si è infatti fermato sull'armatura, ma ciononostante
Dragone è soddisfatto: "il mio obiettivo era solo mostrare a Pegasus dove
colpire, non con parole, ma con azioni. A lui ora la conquista dell'ultimo
zaffiro, nelle sue mani la salvezza dell'umanità." Afferma prima di svenire. E
così, mentre lo spirito di sincera amicizia di Sirio e Pegasus accentua i dubbi
di Orion, il cavaliere di Atena si rialza e, riesce, con colpi precisi, ad
andare vicino al cuore di Orion, vulnerabile solo mentre il cavaliere scaglia
gli "Occhi del Drago". Lo scontro è però interrotto dall'arrivo di Syria,
cavaliere di Nettuno, che, dopo aver rivelato che è stato proprio Nettuno a dare
l'anello magico ad Ilda, attacca i cavalieri con il suono ipnotico del suo
flauto. Orion allora, persuaso della veridicità delle parole di Pegasus, lo
affronta l'ultima volta e, colpito al cuore, gli consegna il suo zaffiro. Fatto
ciò si volge contro Syria e, siccome non riesce ad evitare il suono del flauto
neppure rompendosi i timpani, si scaglia contro il cavaliere di Nettuno e lo
porta con se nello spazio con un colpo simile alla Pienezza del Dragone,
sacrificandosi. La scomparsa di Orion rattrista i cavalieri, consapevoli che se
le circostanze fossero state diverse, loro ed Orion sarebbero potuti essere
amici e che, proprio come loro, Orion è un guerriero pronto a sacrificarsi per
ciò in cui credeva.
POLARIS HILDA
DESCRIZIONEHilda è la
celebrante di Odino e il compito è quello di pregare
affinchè i ghiacci polari
non si sciolgano.
In realtà, è una persona buona, ma è stata posseduta dalle forze
In realtà, è una persona buona, ma è stata posseduta dalle forze
maligne dell'anello del Nibelungo, donatole da Nettuno;
quindi, decide di estendere il suo dominio anche sulle terre calde e
quindi, decide di estendere il suo dominio anche sulle terre calde e
di sconfiggere Atena: per
ottenere ciò, richiama i Cavalieri di Asgard.
Fisicamente ha i capelli grigio-azzurri e gli occhi azzurri
Fisicamente ha i capelli grigio-azzurri e gli occhi azzurri
ODIN ROBE (Armatura di Odino)
DESCRIZIONE
L'armatura di Odino, armata della mitica spada Balmunk, è
più potente rispetto alle altre sette armature di Asgard.
Viene indossata da Pegasus dopo
che questi aveva raccolto tutti e sette gli zaffiri.
I Cavalieri di Asgard sono i guerrieri devoti al dio nordico Odino e obbedienti
I Cavalieri di Asgard sono i guerrieri devoti al dio nordico Odino e obbedienti
alla sacerdotessa Ilda di Polaris. L'intera saga di Asgard è un'invenzione degli autori televisivi: nel manga ve n'è traccia solo in un episodio speciale di 20 pagine che vede Hyoga come protagoista. Ambientata dopo la saga del Santuario e prima di Nettuno,
rappresenta il motivo di maggior attrito tra Kurumada e i suddetti autori dell'anime.
A differenza dei Cavalieri di Atena essi non hanno una costellazione protettrice ma una delle sette stelle della costellazione dell'Orsa Maggiore. Inoltre, ciascuno di essi porta incastonato nella propria armarura (God Robe) uno dei sette zaffiri di Odino.
A differenza dei Cavalieri di Atena essi non hanno una costellazione protettrice ma una delle sette stelle della costellazione dell'Orsa Maggiore. Inoltre, ciascuno di essi porta incastonato nella propria armarura (God Robe) uno dei sette zaffiri di Odino.
Nessun commento:
Posta un commento