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I CUBEECRAFT?!!

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mercoledì 16 maggio 2012

I CAVALIERI DI ASGARD

Sono i sette cavalieri di Asgard, difensori della loro terra e fedeli ad Hilda di Polaris ed al Dio Odino. Le loro stelle sono le sette stelle dell'Orsa Maggiore, e nelle loro armature sono incastonati i sette zaffiri che i cavalieri devono conquistare. All'arrivo dei cinque eroi, i cavalieri di Asgard li affrontano, non credendo alle loro parole su Hilda e l'Anello del Nibelungo e giudicandoli invasori. I sette cavalieri sono infatti convinti che i cavalieri di Atena abbiano invaso la loro terra, e così devono sconfiggerli sia per dovere di difensori e sia per dare alla loro gente, che da secoli vive nella gelida Asgard, un posto al sole in cui vivere. Il cavaliere principale ed il più potente è Orion, ma comunque neppure i suoi compagni, Artax, Mizar, Thor, Luxor, Megres e Mime, sono cavalieri da sottovalutare, e ne è prova il fatto che Mizar è riuscito persino a sconfiggere Toro, anche se, come vedremo, non si trattò di una battaglia leale. Megres è l'unico a sapere che la volontà di Hilda è schiava dell'Anello del Nibelungo, ma comunque, per ragioni personali, non l'ha detto a nessuno. Nel corso delle battaglie comunque, alcuni cavalieri di Asgard, come Orion e Thor, colpiti dalla determinazione degli avversari, saranno sfiorati dal dubbio, ma gli altri resteranno fedeli ad Hilda fino alla morte, e ciò renderà più triste la loro fine.


MIOLNIR THOR - PHECDA DHOL



DESCRIZIONE
Thor è il primo cavaliere di Asgard a venire incontro a Pegasus, Cristal ed Andromeda all'inizio della loro corsa verso il palazzo, ed è dotato di una forza enorme. Il suo cosmo raffigura un serpente ed indica i grandi poteri di Thor che, un tempo cacciatore, è particolarmente devoto ad Ilda, che gli aveva salvato la vita. Scoperto a cacciare, Thor era infatti stato ferito dai soldati di Ilda, ma la stessa sacerdotessa, comprendendo la bontà del suo animo, l'aveva salvato. Il nuovo comportamento di Ilda provoca dei dubbi in Thor, ma la fedeltà prevale comunque. Arma micidiale di Thor è la sua ascia Bjomnir, che il cavaliere sa lanciare con incredibile forza, ma il suo vero colpo segreto è il "Braccio di Titano", con il quale andrà molto vicino a sconfiggere Pegasus, che si salverà solo grazie all'arrivo di Sirio. Nel corso dello scontro comunque, Thor è messo in difficoltà dal crescente cosmo di Pegasus, e contemporaneamente, a causa della determinazione del suo avversario, i dubbi su Ilda aumentano. Nel corso dell'ultimo scontro con Pegasus, Thor è ferito a morte, ma prima di cadere afferma "Prendi pure lo zaffiro di Thor se può servire a far tornare ad Ilda la bontà d'animo che le conoscevo. Restituisci ad Ilda la vita!". Poi la sua vita si spegne

LUXOR - ALIOTH FENRIR



DESCRIZIONEIl secondo cavaliere a scendere in campo è Luxor, il cui cosmo raffigura il lupo nordico. Dopo che i quattro cavalieri di Atena si sono separati per raggiungere prima il palazzo, Luxor individua Sirio e lo attacca insieme ai suoi lupi. Ma lo scontro fra Luxor e Sirio non è solo sul piano fisico, i due infatti raffigurano due esperienze di vita diverse, da una parte la fede negli uomini di Sirio, dall'altra la sfiducia totale di Luxor. A portare Luxor a quell'atteggiamento però è stata la sua triste storia: ancora bambino infatti, andò a cavallo in un bosco insieme ai genitori ed alcuni soldati, ma quando un orso enorme li attaccò, uccidendo i suoi genitori, tutti fuggirono spaventati, lasciandolo al suo destino. Luxor si salvò grazie ad un branco di lupi che uccise l'orso e, quando curò il capo branco, rimasto ferito, ebbe la loro riconoscenza e decise di vivere con loro. Col tempo, Luxor acquistò il modo di camminare felpato tipico dei lupi, ed imparò a cacciare vivendo nei boschi, finché Ilda, trovatolo, gli affidò l'armatura del lupo. La forza di Luxor e le sue tecniche "Denti del Lupo" e "Lupi nella tormenta" mettono Sirio in grave difficoltà, tantopiù che lo scudo è inutile contro i rapidi attacchi di Luxor, e l'eroe è ferito agli occhi. Luxor è in qualche modo favorevole alla scomparsa dell'umanità poiché non si fida più di nessuno, a parte di Ilda che gli affidò l'armatura, e neppure le parole di Sirio, anch'egli orfano, riescono a fargli cambiare idea. Alla fine Sirio ottiene la vittoria provocando col Drago Nascente una valanga che travolge ed uccide Luxor, ma nonostante la vittoria e la conquista dello zaffiro, Sirio non riesce a gioire poiché sa che Luxor, nella sua pur breve vita, aveva sofferto molto.



ARTAX - MERAK HAGEN



DESCRIZIONETerzo a scendere in campo, Artax è, dopo Orion, il cavaliere più fedele ad Ilda. Il suo cosmo rappresenta un cavallo a sei zampe, ed i suoi poteri comprendono sia i ghiacci che il fuoco. Egli infatti ha ricevuto l'armatura ed è solito combattere in una caverna vulcanica, in cui c'è una temperatura altissima. Artax lotta contro Cristal, e lo accusa di aver portato Flare, la sorella di Ilda, al tradimento. Di Flare Artax è innamorato e, ignorando che la fanciulla ha seguito spontaneamente Cristal, è deciso ad ucciderlo. Per questo Artax fa in modo di portare Cristal nella caverna vulcanica, dove lo affronta con il "Caldo soffio del meriggio" mettendolo in enorme difficoltà. I colpi di Cristal sembrano infatti inutili su Artax, e l'eroe si salva solo grazie all'arrivo di Flare che, saputo grazie ai poteri di Kiki della lotta in atto, era corsa in aiuto del cavaliere del cigno. Pur avendo compreso che Flare ha seguito il cavaliere del cigno per sua scelta, Artax deve obbedire ad Ilda, e così nonostante l'amore per la ragazza che sta facendo da scudo a Cristal, scaglia il suo colpo affermando "Flare, l'obbedienza per Ilda viene prima del mio cuore". Cristal riesce però a salvare la ragazza ed a sconfiggere Artax con il "Sacro Acquarius". Cristal recupera così il terzo zaffiro, ma mentre Flare piange e si dispera per la morte del suo amato, che conosceva sin da piccola, il cavaliere comprende che è più una sconfitta che una vittoria poiché un innocente è caduto ed un amore è stato spezzato prima ancora di sbocciare veramente.



BENETNASCH MIME



DESCRIZIONEDei cavalieri di Asgard, Mime è quello che maggiormente lotta per dovere di difensore, e che meno vorrebbe lottare. Egli, il cui cosmo rappresenta un'arpa, si para sulla strada di Andromeda. Su Mime, che non ha desiderio di combattere, la catena non ha effetto. Nonostante le apparenze però Mime è molto forte, e gran parte del suo potere risiede nella sua arpa, con la quale suona una tristissima musica. La musica crea illusioni, contro le quali anche la catena è inutile. Per vincere, Andromeda, che sceglie di combattere perché da lui dipende la salvezza dell'umanità, si priva dell'armatura, ma rimane imprigionato dalle corde dell'arpa e sarebbe la sua fine se in suo aiuto non giungesse Phoenix, che, salvatolo, affronta Mime cercando di risvegliale la bontà che è il lui. Mime racconta allora il suo passato: terminato l'addestramento scoprì che Folken, il grande guerriero che credeva essere suo padre, non era tale. Folken anni prima era stato infatti inviato come ambasciatore in un villaggio, ma durante una lotta aveva ucciso i genitori di Mime, allora in fasce, ed aveva deciso di prendersi cura di lui. Scoperta la verità e cieco di rabbia, Mime uccise allora Folken e divenne cavaliere. Phoenix ascolta la storia, ma poi usa il Fantasma diabolico per far tornare a Mime alcuni ricordi del suo passato. Mime è costretto a ricordare, e vede Folken comportarsi in modo premuroso verso di lui, accudirlo e curarlo. Inizialmente la rabbia ha in Mime il sopravvento, ed il cavaliere mette Phoenix in difficoltà, ma poi, subite le Ali della fenice, Mime comprende che la guerra è madre di dolore e si priva dell'armatura. Fatto ciò sfida Phoenix all'ultimo scontro, egli deve ancora combattere per dovere di difensore, ed ha la peggio. "Forse un giorno ci rivedremo nel paradiso dei cavalieri, Phoenix. Là, dove la musica è melodia, potremo finalmente essere amici. Padre, vengo da te, da te e da Folken di Asgard." Sono le sue ultime parole prima di cadere. Phoenix ed Andromeda sono tristi per la sorte di Mime, ma Andromeda deve proseguire, e così Phoenix lo esorta a prendere lo zaffiro ed andare avanti, lui lo raggiungerà dopo. Non appena Andromeda si allontana, Phoenix cade al suolo gravemente ferito, ma Andromeda non può tornare indietro poiché un grave prezzo è costata la conquista di quello zaffiro, e lui non può gettare tutto al vento.



MEGREZ ALBERICH



DESCRIZIONEIl più malvagio ed astuto fra i cavalieri di Asgard è Megres, il cui cosmo rappresenta il cristallo di ametista. Dopo aver ottenuto da Ilda il permesso di combattere senza rispettare il codice d'onore, Megres incontra Castalia, recatasi ad Asgard per aiutare i cavalieri, e dopo aver capito con astute domande per quale cavaliere la sacerdotessa fosse giunta ad Asgard ed averla sconfitta in un breve scontro, Megres decide di usarla come esca. Per questo scopo la rinchiude in una teca d'ametista, che, man mano che il tempo passa, l'indebolirà fino ad ucciderla, e poi attende l'arrivo di Pegasus, che ha percepito il cosmo di Castalia abbassarsi di intensità. Pegasus affronta Megres, ma è frenato dalla preoccupazione per Castalia. Megres afferma infatti di poter essere l'unico a liberarla e vuole in cambio lo zaffiro di Thor. Dopo molte esitazioni, Pegasus finalmente si scuote, ma è comunque costretto alla resa da Megres che, visti fallire i suoi tentativi di far arrendere l'avversario, impugna la sua arma, una spada di ametista dalla cui lama si sprigionano le fiamme. Grazie alla spada infuocata, Megres sconfigge Pegasus e, presogli lo zaffiro, rinchiude anche lui in una teca d'ametista per attirare gli altri cavalieri e prendere i loro zaffiri. Sono gli zaffiri infatti il vero obiettivo di Megres, unico a conoscenza della situazione di Ilda, prigioniera dell'anello magico. Egli era infatti presente quando la sacerdotessa fu costretta a prendere l'anello e, dopo aver in un primo momento pensato di salvarla, decise poi di usare Balmunk per ucciderla e sottomettere i popoli alla sua volontà "E' nel pugno di Megres la vostra inutile vita!" immagina di dire. Per raggiungere i suoi obiettivi ha però bisogno degli zaffiri di Mizar, Orion e dei cavalieri. A portargli il terzo zaffiro è Cristal, accorso in aiuto di Pegasus e come lui frenato dalla preoccupazione per l'amico. Ma siccome Megres non riesce a sconfiggere Cristal, portatolo al centro della foresta, risveglia con i suoi poteri le anime della natura, aizzandole contro il cavaliere del cigno. Gli alberi allora iniziano ad avanzare e colpiscono Cristal con i loro rami e le loro radici. Sul punto di essere imprigionato nella teca d'ametista, Cristal è salvato dall'arrivo di Sirio. Dragone, che non è a conoscenza della situazione di Pegasus e Castalia, può lottare più liberamente, tantopiù che la spada infuocata è inutile contro il suo scudo, ma Megres è deciso a vincere anche per lavare una vecchia onta: suo padre fu infatti sconfitto dal maestro dei cinque picchi, e lui vuole vendicarlo. Proprio il maestro spiega a Sirio come difendersi dalle anime della natura, e cioè raggiungendo una piena tranquillità interiore, che impedisca alle anime di localizzarlo. Per fare ciò però Sirio non può muoversi ed è soggetto agli attacchi di Megres, che inoltre per distrarlo gli dice di Pegasus e gli rivela i suoi piani. Obbligato a vincere, Sirio si priva dell'armatura ed induce Megres, ancora impegnato ad usare le anime della natura, a scagliare la teca d'ametista. Per fare ciò, Megres smette di controllare le anime, e così Sirio può scagliare il Drago nascente ed uccidere il suo avversario. Alla morte di Megres, le teche di Castalia e Pegasus si frantumano, lasciandoli liberi. Pegasus e Cristal possono così proseguire, mentre Sirio, esausto, sviene nella foresta.




MIZARD - SHIDO - CYD




DESCRIZIONEGemelli, Mizar ed Alcor rappresentano entrambi la tigre del nord e scendono in campo contro Andromeda, giunto per primo a palazzo. Mizar però aveva già affrontati i cavalieri, poiché fu lui il guerriero inviato ad uccidere Lady Isabel a Nuova Luxor. Mizar si recò prima al grande Tempio, dove sconfisse Toro, e poi, non avendola trovata, giunse a Nuova Luxor, ma la presenza di tutti i cinque cavalieri di Atena lo costrinse alla fuga. Agile e veloce, Mizar è comunque un guerriero potente, e possiede un controllo delle energie fredde simile a quello di Cristal, che gli permette di congelare e rendere inutile la catena di Andromeda. Le sue tecniche "Bianchi artigli della Tigre" ed i "Silenti ghiacci" mettono in grande difficoltà Andromeda, che riesce a vincere solo ricorrendo al suo colpo più forte, la Nebulosa. Mizar però non è mai solo in battaglia, infatti come la sesta stella dell'orsa maggiore è una stella doppia, così Mizar ha un cavaliere ombra che lo assiste in battaglia nei momenti di difficoltà. Si tratta di Alcor, suo fratello gemello, dal quale fu, per le dure leggi di Asgard, separato sin da neonato. Era infatti vietato allora avere più di un figlio, e così i genitori furono costretti a prendere uno dei due bambini ed abbandonarlo nella foresta. Lì fortunatamente Alcor fu trovato da un pastore che lo allevò e visse felice, ma anni dopo incontrò nuovamente il fratello, e, riconosciutolo grazie ad un pugnale che portava alla cintura, del tutto identico all'unico oggetto che aveva con se nella culla in cui era stato lasciato, decise di vendicarsi di lui. Cercò così di diventare cavaliere ma l'investitura fu data a Mizar, mentre Alcor divenne solo la sua ombra. Solo se Mizar fosse morto, Alcor sarebbe potuto diventare cavaliere. Mizar, che comunque era all'oscuro della presenza di Alcor, era comunque un guerriero valente, e nei rari momenti di difficoltà il gemello era obbligato ad intervenite, come contro Toro che, pur avendo evitato l'attacco di Mizar, fu colpito alle spalle da Alcor. Contro Andromeda però l'attacco di Alcor è fermato da Tisifone, giunta per aiutare i cavalieri ed al corrente della presenza del cavaliere ombra, e così Mizar è stato ucciso ed Alcor può diventare cavaliere. Alcor vuole lo zaffiro di Mizar, simbolo che lo renderebbe cavaliere, e così atterra Andromeda e Tisifone. A salvarli è Phoenix che affronta Alcor e che, con il fantasma diabolico, toglie dalla sua mente un velo di menzogna mostrandogli la verità: Alcor aveva sempre difeso Mizar non perché fosse suo dovere ma perché provava affetto fraterno per lui, in nessun modo colpevole per il suo abbandono. Alcor non vuole accettare la realtà, ma quando Mizar, ferito ma ancora vivo, si rialza e blocca Phoenix e, dopo aver rivelato di aver sempre saputo della sua esistenza, gli chiede di colpire il suo nemico, Alcor si ferma poiché attaccando ucciderebbe non solo Phoenix, ma anche Mizar, al quale vuole bene. Mizar sviene esausto mentre Alcor, ora che l'affetto fraterno ha preso il sopravvento, abbandona la lotta e, preso con se Mizar, oltrepassa Phoenix, Andromeda e Tisifone. Uscendo, Alcor ripudia Ilda, le guerre e gli spargimenti di sangue e decide di tornare a casa dai suoi veri genitori insieme a Mizar.



ORION - DUBHE SIEGFRIED



DESCRIZIONEIl più potente cavaliere di Asgard, Orion, la cui stella rappresenta il Drago a due teste, è l'ultimo a scendere in campo contro i cavalieri, che hanno ormai raggiunto il palazzo. Dopo aver lasciato Andromeda, impegnato a battersi contro Mizar, e Cristal, svenuto per la fatica di distruggere una frana di massi davanti all'ingresso della sala principale del palazzo, Pegasus giunge di fronte ad Orion, possessore dell'ultimo zaffiro, e cerca di batterlo. I suoi tentativi sono però destinati al fallimento, Orion è infatti invulnerabile. Ciò poiché durante l'addestramento Orion uccise un drago e si bagnò del suo sangue che, coprendolo, lo rese invincibile. La difesa di Orion è dunque insuperabile, ma la sua forza è soprattutto nell'attacco, e così Pegasus, travolto dalla "Spada di Asgard" uno dei colpi segreti di Orion, perde i sensi. Prende il suo posto in battaglia Phoenix, appena sopraggiunto, ma alla fine anche lui è sconfitto, proprio come Andromeda e Cristal, colpiti entrambi dalla "Spada di Asgard". Pur ferito, Pegasus si rialza per continuare a combattere, e le sue parole sullo stato di Ilda sollevano dei dubbi nel cavaliere, che aveva notato alcuni strani cambiamenti. Orion deve comunque lottare e così Pegasus subisce il suo colpo più forte, gli "Occhi del Drago" e, nonostante l'intervento di Tisifone che cerca di fermare il colpo, è scagliato al suolo. Resta solo Sirio, appena sopraggiunto ma privo dell'armatura, a poter sconfiggere Orion. I colpi di Dragone sono però inefficaci, e Sirio, che tenta anche la pienezza del Dragone prima di capire che se la dovesse usare, lo zaffiro si perderebbe nello spazio, subisce sia la "Spada di Asgard" che gli "Occhi del drago". Pur privo di armatura, Sirio si rialza e scaglia il Drago Nascente, mentre Orion usa gli "Occhi del Drago". Sirio viene travolto e ferito gravemente, ma per la prima volta anche Orion subisce il colpo. Sirio narra che, secondo il mito, quando Orion si bagnò del sangue del drago, una foglia si posò sulla sua schiena, impedendo al sangue di bagnare quel piccolo punto. Siccome però loro non possono colpire alle spalle per codice d'onore, il punto debole è raggiungibile solo dal torace e corrisponde al cuore. Sirio poi ricorda a Pegasus il loro incontro nella guerra galattica e lo esorta a colpire come allora poiché il suo punto debole è lo stesso di quello di Orion. Sembra tutto finito, ma il cavaliere d'Asgard si rialza, il colpo di Sirio si è infatti fermato sull'armatura, ma ciononostante Dragone è soddisfatto: "il mio obiettivo era solo mostrare a Pegasus dove colpire, non con parole, ma con azioni. A lui ora la conquista dell'ultimo zaffiro, nelle sue mani la salvezza dell'umanità." Afferma prima di svenire. E così, mentre lo spirito di sincera amicizia di Sirio e Pegasus accentua i dubbi di Orion, il cavaliere di Atena si rialza e, riesce, con colpi precisi, ad andare vicino al cuore di Orion, vulnerabile solo mentre il cavaliere scaglia gli "Occhi del Drago". Lo scontro è però interrotto dall'arrivo di Syria, cavaliere di Nettuno, che, dopo aver rivelato che è stato proprio Nettuno a dare l'anello magico ad Ilda, attacca i cavalieri con il suono ipnotico del suo flauto. Orion allora, persuaso della veridicità delle parole di Pegasus, lo affronta l'ultima volta e, colpito al cuore, gli consegna il suo zaffiro. Fatto ciò si volge contro Syria e, siccome non riesce ad evitare il suono del flauto neppure rompendosi i timpani, si scaglia contro il cavaliere di Nettuno e lo porta con se nello spazio con un colpo simile alla Pienezza del Dragone, sacrificandosi. La scomparsa di Orion rattrista i cavalieri, consapevoli che se le circostanze fossero state diverse, loro ed Orion sarebbero potuti essere amici e che, proprio come loro, Orion è un guerriero pronto a sacrificarsi per ciò in cui credeva.



POLARIS HILDA



DESCRIZIONEHilda è la celebrante di Odino e il compito è quello di pregare
 affinchè i ghiacci polari non si sciolgano.
In realtà, è una persona buona, ma è stata posseduta dalle forze
maligne dell'anello del Nibelungo, donatole da Nettuno;
quindi, decide di estendere il suo dominio anche sulle terre calde e
di sconfiggere Atena: per ottenere ciò, richiama i Cavalieri di Asgard.
Fisicamente ha i capelli grigio-azzurri e gli occhi azzurri
 



ODIN ROBE (Armatura di Odino)




DESCRIZIONE
L'armatura di Odino, armata della mitica spada Balmunk, è
 più potente rispetto alle altre sette armature di Asgard.
Viene indossata da Pegasus dopo
che questi aveva raccolto tutti e sette gli zaffiri.
I Cavalieri di Asgard sono i guerrieri devoti al dio nordico Odino e obbedienti
alla sacerdotessa Ilda di Polaris. L'intera saga di Asgard è un'invenzione degli autori televisivi: nel manga ve n'è traccia solo in un episodio speciale di 20 pagine che vede Hyoga come protagoista. Ambientata dopo la saga del Santuario e prima di Nettuno,
rappresenta il motivo di maggior attrito tra Kurumada e i suddetti autori dell'anime.
A differenza dei Cavalieri di Atena essi non hanno una costellazione protettrice ma una delle sette stelle della costellazione dell'Orsa Maggiore. Inoltre, ciascuno di essi porta incastonato nella propria armarura (God Robe) uno dei sette zaffiri di Odino.






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